Il Museo Bailo di Treviso, dopo il successo della mostra di Arturo Martini, ospita, nei suoi spazi dal 14 ottobre 2023 fino al 1 aprile 2024 una retrospettiva dedicata al pittore trevigiano, d’adozione, Luigi ( detto Juti) Ravenna.
Oltre ad essere stato uno dei pittori che ha animato la scena artistica della nostra città dagli anni’40, si è dedicato anche alla critica d’arte e letteraria.
Agli esordi realizza opere di matrice realista e accademica per poi volgere lo sguardo ai nuovi linguaggi artistici, cercando di darne una versione personale e originale. Alcune sue tele sono intrise di atmosfere metafisiche mentre in alcuni paesaggi sembra ispirarsi a Cèzanne e nei ritratti a Modigliani e Picasso.

Comincia la sua attività nel 1914, però viene chiamato alle armi a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Mentre si trova al fronte realizza una serie di schizzi, raccolti, successivamente, in un album.
Terminata la guerra, nel 1920, si trasferisce a Venezia per frequentare l’Accademia di Belle Arti, divenendo, successivamente, uno degli artisti più importanti dell’Opera Bevilacqua La Masa. Frequenta, costantemente, Cà Pesaro e Palazzo Carminati. A Venezia conosce Gino Rossi e Pio Semenghini con il quale stringe una forte amicizia. Si reca frequentemente a Burano, una sorta di paradiso perduto per gli artisti presenti in laguna, tra i quali Arturo Martini e Gino Rossi.
Nel 1924, Nino Barbantini, curatore delle mostre di Cà Pesaro, gli organizza una mostra personale in quegli spazi tanto che da quel momento continuerà ad esporre alle mostre capesarine, alle Quadriennali e nelle più importanti mostre italiane e oltralpe. È presente con le sue opere a varie edizioni della Biennale: 1928, 1930, 1932, 1934, 1948, 1950, 1972.
Gli storici dell’arte definiscono la pittura di quegli anni capesarini e veneziani, post- impressionista veneta, nata proprio in laguna in occasione delle mostra di Cà Pesaro , succedutesi dal 1908.
Negli anni’40, decide di vivere a Treviso. Qui la sua pittura subisce una trasformazione in quanto sperimenta un nuovo uso del colore e sceglie nuovi soggetti. Juti Raavenna, infatti, cerca sempre nuove strade, nuove sfide, nuovi modi di trattare la materia pittorica.

Ciò che lo attrae della nostra città è una natura rigogliosa e generosa con i suoi alberi, fiumi, che lui racconta nelle sue tele attraverso una tavolozza di colori accesi e splendenti, prediligendo arditi e liberi accostamenti.

La mostra di Treviso
La mostra di Treviso, a cinquant’anni dalla sua scomparsa, porta l’osservatore a conoscere un artista che è rimasto lungamente nell’ombra, grazie ad un percorso strutturato cronologicamente dai curatori, Eugenio Manzato e Eleonora Drago. Sono esposte un centinaio di opere : dipinti, disegni, bozzetti, foto d’epoca e strumenti di lavoro come pennelli e tubetti di colore.
Da tempo malato, il 29 aprile 1972, muore. Molto, secondo i critici, c’è da scoprire, studiare e conoscere di Juti Ravenna e oggi, grazie a questa mostra a lui dedicata, si dà risalto ad un artista che sicuramente ha segnato il passo della nostra arte trevisiana, con le sue sperimentazioni, le sue cromie, i suoi scorci di campagna trevigiana, esposti al Museo Bailo.

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