La Prima Regina di Alessandra Selmi: il ritratto letterario di Margherita di Savoia

da | Ago 19, 2025 | 0 commenti

Dietro ogni ritratto si nasconde una verità che va oltre la superficie dorata della rappresentazione ufficiale. Margherita di Savoia, prima regina d’Italia, ha attraversato la Storia con il volto composto dell’iconografia di regime, ma Alessandra Selmi nel suo romanzo *La Prima regina* (EdiNord, 2025), ne restituisce una anatomia segreta dell’anima, scavando oltre l’effigie per raggiungere la donna. Come nelle grandi tele di Franz Xaver Winterhalter – maestro della ritrattistica europea ottocentesca – che immortalava le sovrane d’Europa in pose studiate ma che lasciavano trasparire lampi di umanità vulnerabile, così Alessandra Selmi costruisce un ritratto a tutto tondo dove la pompa ufficiale convive con la fragilità privata.

L’Arte del Vedere e dell’Essere Visti

Il romanzo si apre a Monza, nella Villa Reale punto di partenza ed epilogo tragico della storia. Già dalle prime pagine emerge la centralità del vedere e dell’essere visti – tema che attraversa tutta la narrazione che lega insieme destini individuali e collettivi. Non è casuale che l’autrice scelga di raccontare questa storia attraverso gli occhi di Nina, giovane cameriera che da analfabeta diventerà scrittrice. Nina si fa narratrice vera capace di cogliere rileggere e riflettere ciò che vede e che circonda la storia della protagonista. Come in un gioco di specchi chi osserva finisce per essere osservato.

Un atto che è tecnica narrativa particolarmente efficace nel costruire un affresco corale dove ogni dettaglio apparentemente marginale rivela, osservato da vicino. La grande politica dell’Unità d’Italia emerge così dalle storie minime di chi vive ai margini del potere, in una strategia compositiva che ricorda quella pittorica del periodo.

La Costruzione dell’Icona: Tra Pubblico e Privato

Margherita di Savoia viene restituita in tutta la sua complessità di donna e di istituzione. Alessandra Selmi ne traccia con abilità di penna la vita: da giovane sposa ansiosa di piacere al marito a regina consapevole del proprio ruolo storico. Il processo di costruzione viene descritto con precisione e dettagli vicino al pittorico – dal drappeggio degli abiti alle espressioni del volto – delineando non solo l’aspetto fisico, ma anche lo status sociale e la personalità.

Particolarmente efficace è la resa del conflitto interiore di Margherita, divisa tra il desiderio di essere amata come donna e la necessità di essere rispettata come sovrana.

La Tecnica del Doppio Ritratto

Attenda a questo aspetto la Selmi continua nella narrazione a “ritratto” a doppio dove il contrato tra apparenza pubblica e realtà privata è il centro su cui ruota l’intero racconto. La figura di Re Umberto emerge inadeguata al ruolo assegnato. Sovrano che si avvicina più all’uomo dedito ai solo piaceri più che all’onore di stato. Margherita, invece, si rivela la vera regnante tra i due. Che comprende e sa giocare alle regole del potere.

Il rapporto tra i due è descritto con psicologia sottile dove il matrimonio si rivela metafora dell’Italia stessa, unita nella forma ma divisa nella sostanza.

Il Coro dei Comprimari: Una Pittura di Genere Magistrale

Uno degli aspetti più riusciti del romanzo è la capacità dell’autrice di restituire dignità narrativa a tutti i personaggi, anche i più marginali. Nina, Ottilia, Nestore, Achille Riva, Ambrogio: ognuno porta con sé una storia completa, un mondo di sentimenti e contraddizioni che si intreccia con quello dei protagonisti principali. È la tecnica della pittura di genere applicata alla letteratura, quella capacità tipicamente ottocentesca di trovare il sublime nel quotidiano, l’universale nel particolare.

Nestore, il vecchio maggiordomo, ad esempio che l’autrice trasforma in un simbolo di dignità umana che contrasta con l’artificiosità di corte nel descrivere la sua relazione quasi paterna con Nina o quando si definisce un “nobile diverso” nell’orgoglio e nella dignità dello svolgere la sua professione.

La Geografia e Struttura narrativa

l romanzo attraversa tre città simboliche: Monza dell’intimità perduta, Napoli della maturazione politica, Roma del trionfo e dell’isolamento. Ogni luogo influenza sentimenti e scelte dei personaggi, con Roma che diventa per Margherita apoteosi e prigione insieme.

Alessandra Selmi affronta con coraggio gli aspetti più scomodi della monarchia sabauda: l’inadeguatezza di Umberto, le relazioni extraconiugali, la distanza tra sovrani e popolo. Non offre una famiglia reale eroica ma troppo umana, restituendo carne e sentimenti a figure che la retorica ufficiale aveva trasformato in statue di marmo.

La Prima regina coniuga abilmente rigore storico e libertà narrativa. L’autrice trova un equilibrio raro tra documentazione e invenzione, utilizzando le fonti come base per costruire un’opera che supera la cronaca per diventare letteratura. Il risultato trasforma il particolare in universale, la storia in racconto, i documenti in poesia.

Alessandra Selmi sarà presente al prossimo festival “Pordenone legge” domenica 21 settembre alle ore 19:00 presso l’Auditorium dell’Istituto Vendramini per chi incuriosito vorrà scoprire altro di Margherita Regina D’Italia

Marzia Perini
Marzia Perini è scrittrice, redattrice culturale e fotografa. Ha collaborato con magazine letterari come Recensionilibri e Flaneri, approdando nel 2017 a SoloLibri.net. Dal 2015 è Accredited Press al festival Pordenonelegge. Alterna scrittura creativa e critica, con attenzione alla fotografia autoriale e al dialogo tra letteratura e arte contemporanea, anche in chiave interculturale.

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